ZORAN IL MIO NIPOTE SCEMO (che scemo non è)

zoran il mio nipote scemo

Non si sa mai quali sorprese può riservarci la vita, e martedì sera 8 Luglio 2014, all’interno della rassegna Cinemaestate 2014 di villa Rubbi Serena a Ponzano V.to, la sorpresa dei presenti di vedere un film:”Zoran, il mio nipote scemo“, ironico e inaspettato è stata tanta, dove la normalità sconfina nel disagio e l’arrivo della diversità porterà nuova vita.

“Il vin fa alegria, l’acqua xè ilfuneral; chi lassa ilvin friulan, xè proprio un fiol d’un can”. Paolo Bressan, il protagonista, interpretato da Giuseppe Battiston,  beve, tanto, praticamente sempre. Rosso o bianco, non importa. Tanto in Friuli i vini son buoni tutti! Tracanna soprattutto alla mescita di Gustino, il cuore del paese e della vita, dove molti parlano da soli, al vuoto che sta dinanzi. Alla vita che è andata e ormai dimenticata; a quella che non sanno ancora quanto durerà.

Ci sono molti bicchieri di troppo, tenuti in mano per coprire la solitudini e le delusioni. Paolo dimentica, aggredisce, offende, confonde, straparla, talvolta dice inesorabilmente anche la verità. Tutto ciò che fa e dice (e non fa) è in fondo per difendersi. Un paesotto di poche anime, le dimensioni, come afferma il regista goriziano, Matteo Oleotto: “costringono a partecipare alla vita di tutti, che lo si voglia o meno: impossibile sottrarsi all’attenzione della collettività, impossibile nascondersi, impossibile perdersi di vista”…come succede normalmente in una grande città.

Ma oltre il confine, la zia Anja ha in serbo una sorpresa che si chiama Zoran Spacapan “nome per esteso”.  Un nipote che scemo appare, e non sarà. Un nipote campione di freccette, che riuscirà a non fare sempre inesorabilmente e costantemente centro. Un nipote che cambierà la vita di molti, e prima di tutto la sua, facendone emergere lati inaspettati e meravigliosi, e nell’incontro di questi due piccoli mondi chiusi e ripetitivi entra l’amore e la disperazione.

In questo film italo – sloveno si sorseggia, si gioca, si canta, si cerca. E si fugge: chi dalla vita, chi dal passato, chi dalle responsabilità, chi dall’amore. Come fa Paolo. Mentre Zoran, arrivato dal nulla, s’insinua tra la gente, insieme a un grande desiderio di vivere finalmente, di esserci, di sorridere, fra un buon vino rosso, o il profumo di un bianco, poi. Che sono la vita: il sangue e l’anima.

Liberamente tratto dal CATALOGO SIC VENEZIA 2013 di LUCA PELLEGRINI http://www.sicvenezia.it/1867/edizione-2013/film-2013/zoran-il-mio-nipote-scemo/#sthash.Kbkcu9od.dpuf

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