SONO LA MAMMA D’UNA CAMPIONESSA

Sono la mamma di una splendida ragazza, sempre con un sorriso, mai arrabbiata e se lo è non te lo dice. E’ sportiva: nuota e arrampica, è la vincitrice della Coppa Italia di paraclimbe 2011 categoria DIR (Disturbi Intellettivi Relazionali).

A Pistoia il 19 Novembre è stata premiata, solo che lei non c’era, e io mi chiedo perché?  La FASI (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana) non ha avvisato ne la società sportiva d’appartenenza e ne l’atleta vincitrice. Così mia figlia che tanto s’è impegnata per arrivare a questi livelli, ha ricevuto il premio tramite amici conosciuti durante le gare.

Si parla tanto di disabilità e di come lo sport aiuta l’aggregazione , la relazione e a superare le barbiere sia fisiche che psichiche, non solo degli atleti ma anche delle famiglie che gli accompagnano. Ci si incontra, ci si scambiano i problemi e le soddisfazioni; ci si ritrova per vedere come di anno in anno i propri figli cambiano e con sempre più determinazione arrivano agli obbiettivi che si sono prefissati, con una gioia nel cuore che ci accomuna tutti. Si gareggia tutti insieme, ognuno nella sua categoria: visivi, motori e DIR.

Ma da quest’anno tutto è cambiato, i DIR non possono più carreggiare con gli altri atleti, devono farlo in altre pareti e giorni, venendo di fatto ghettizzati alla faccia dell’integrazione di cui le discipline sportive dovrebbe essere prime ambasciatrici. Questo si ripercuote sulla squadra e sulle società sportive come quella di mia figlia, che hanno da 1 a 2 atleti disabili DIR per cui il costo e l’impegno di girare l’Italia per partecipare alle gare di coppa è troppo elevato.

Alla fina la FASI ha raggiunto lo scopo di non avere più atleti disabili psichici!

Mi spiace per mia figlia, che fa tanta fatica a guardarti negli occhi, non so spiegarle tutto questo, forse se si chiamava Zanardi, sarebbe stato tutto diverso?

Angelica Sacchetto

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