UNA LEZIONE DA RICORDARE

 

L’architetto Stefano Maurizio  socio fondatore del CERPA (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità) membro della Commissione Tecnico Scientifica del Centro Regionale Veneto di Documentazione sulle Barriere Architettoniche; docente nei corsi di formazione sui temi dell’accessibilità del design for all e membro dell’associazione Ribaltamente spiega ai ragazzi della 2^D:

COS’È L’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento)                  
L’ICF vuole descrivere non le persone, ma le loro situazioni di vita quotidiana in relazione all’ambientale in cui vive.

ASPETTI INNOVATIVI DELLA CLASSIFICAZIONE ICF

Il primo aspetto innovativo della classificazione:                                                                                   _Analizzare la salute dell’individuo in chiave positiva (funzionamento e salute).         L’ICF mette in relazione la salute e l’ambiente, arrivando alla definizione di disabilità, intesa come una condizione di salute in un ambiente sfavorevole.
 ESESEMPIO: L’architetto Stefano Maurizio per salire i 6 scalini dell’atrio della scuola ha dovuto rinunciare alla sua autonomia di persona libera di accedere a tutte le strutture, ha dovuto affidarsi all’intervento di altre persone.                                                                                      La Struttura della scuola l’ha reso disabile a salire 6 scalini, bastava una piattaforma elevatrice verticale  nello spazio a destra dell’atrio per salire al piano rialzato, utile a trasportare anche carichi pesanti oltre a tutte le persone con difficoltà di movimento.

L’APPLICAZIONE UNIVERSALE

La disabilità non viene considerata un problema di un gruppo minoritario all’interno di una comunità, ma un’esperienza che tutti, nell’arco della vita, possono sperimentare. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), attraverso l’ICF, propone un modello di disabilità universale, applicabile a qualsiasi persona, normodotata o diversamente abile. Ognuno di noi può trovarsi in un contesto ambientale precario e ciò può causare disabilità.                                                                                                                        Esempio:una persona ha difficoltà in ambito scolastico, ha poca importanza se la causa del suo disagio è di natura fisica, psichica o sensoriale. Ciò che importa è intervenire sul contesto sociale costruendo reti di servizi significativi che riducano la disabilità.

UNIVERSAL DESIGN DESIGN FOR ALL                                                                              I principi dell’Universal Design si basano sul BUON SENSO                                 ESSEMPIO: Chiudere i parchi la notte e prevedere una costante sorveglianza porta all’affetto opposto: rompere le regole e i divieti è una tentazione e una prova del proprio coraggio a cui pochi di noi riescono a resistere. Lasciare i parchi aperti, usufruibili a tutti nel rispetto di tutte le esigenze e diversità porta al rispetto della struttura.

I Principi di base dell’Universal Design

  1. Principio – Equità – uso equo: utilizzabile da chiunque.
  2. Principio – Flessibilità – uso flessibile: si adatta a diverse abilità.
  3. Principio – Semplicità – uso semplice ed intuitivo: l’uso è facile da capire.
  4. Principio – Percettibilità – il trasmettere le effettive informazioni sensoriali.
  5. Principio – Tolleranza all’errore – minimizzare i rischi o azioni non volute.
  6. Principio – Contenimento dello sforzo fisico – utilizzo con minima fatica.
  7. Principio – Misure e spazi sufficienti – rendere lo spazio idoneo per l’accesso e l’uso.

Questi principi base sono stati definiti nel 1995 in America per superare l’idea di STANDAR UMANO, ma nessuno di noi è perfettamente standard e allora noi/il nostro corpo cerca di adattarsi: le sedie su cui i ragazi siedono a scuola sono progettate in base ad uno standar è per questo che sono scomode e portano a continui cambi di posizione, lo standard umano non esiste, siamo tutti diversi, ognuno con la sua particolare forma fisica e unicità.

Esempi di universal design 

  • Pavimenti e piani di accesso lisci, ingressi senza gradini e/o scale, superfici che richiedano uno sforzo minimo per la relativa percorribilità, uperfici che siano stabili, solide e con antiscivolo
  • Maniglie a leva per l’apertura delle porte, piuttosto che pomelli lisci e scivolosi
  • Singolo azionamento con il pugno chiuso della mano chiusure di sicurezza per allarmi e antincendio
  • Componenti che non richiedano la presa con le dita a pinza o torsione del polso (I-phone, I-pad basta un dito)
  • Interruttori della luce con grandi pulsanti piani, piuttosto che piccoli interruttori a levetta
  • Pulsanti e altri comandi che possono essere riconosciuti al tatto
  • Maggiore visibilità di informazioni con associata ridondanza audio (le persone ceche si orientano battendo le mani e ascoltando il ritorno del suono così stabiliscono le distanze)
  • Maggiore contrasto visivo su pannelli e indicazioni
  • L’uso di grafiche intuitive (ideogrammi) con associate descrizioni di testo(I disegni sono d’immediata comprensione e rompono ogni barriera linguistica e di deficit)
  • Rampe di accesso La pendenza massima di una rampa per le persone disabili è dell’8% la soluzione ottimale è del 4%
  • Sottotitoli nei programmi televisivi
  • Percorsi luminosi in ambienti bui o scarsamente illuminati
  • Pagine Web che forniscono un testo alternativo per descrivere le immagini
  • Istruzioni che forniscono informazioni sia a voce che video
  • Etichette apposte sui pulsanti di controllo di attrezzature stampate con caratteri maggiorati
  • Un museo che permette ai visitatori di scegliere di ascoltare o leggere le descrizioni

PLAY FOR ALL

PLAY FOR ALL è basato sull’ICF-CY: Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute – Versione per bambini (Children) e adolescenti (Young) Basata sulla CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENTE (1989), CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL’ARTICOLO 23 «I bambini, ragazzi e adolescenti mentalmente o fisicamente disabili devono condurre una vita piena e decente, in condizioni che garantiscano la loro dignità, favoriscano la loro autonomia e agevolino una loro attiva partecipazione alla vita della comunità»  esteso per il play for all all’ARTICOLO 31:”Hai diritto, al riposo, al tempo libero, a giocare e a partecipare ad attività culturali (ad esempio la musica, il teatro e lo sport)” ESEMPIO:Rocco può arrampicare su pareti alte 7 metri , come Lorenzo può ballare l’ Hip-Hop e Matteo correre la Treviso Marathon per ragazzi, così come Martina può tirare con l’arco e Alex Zanardi partecipare alla maratona……                                                 Bisogna dare la possibilità a tutti di partecipare e coltivare le proprie passioni!!!

QUANDO PROGETTO UN PARCO CON LE REGOLE DEL PLAY FOR ALL DEVO PENSARE A: Il parco devo essere pensato come luogo preciso nella sua funzione considerando che tutti ci possono accedere:

  • Flessibilità d’uso: adattabile ad una gamma di differenti abilità
  • Uso semplice ed intuitivo: utilizzo facile da capire
  • Informazioni facili da capire, il progetto comunica le necessarie informazioni all’utilizzo (esempio: 3 bolli bianchi in fronte alla pista da skate stabiliscono la distanza da tenere per non trovarsi uno skater in braccio)
  • Deve cercare di minimizzare i rischi e le conseguenze negative e accidentali
  • Alle strutture si può accedere con un basso sforzo fisico mantenendo le giuste misure per gli spazzi di movimento e le distanze di sicurezza                                       TENENDO SEMPRE PRESENTE CHE AL PARCO CI SONO: IO, NOI, SPAZI, MUSICA, VITA, GIOCHI, NUMERI, PERSONE…
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