GIUSTIZIA RIPARATIVA ETICA LIBERTÀ E CORRESPONSABILITÀ

Cos’è per noi giustizia? Questo ci siamo chiesti alla giornata di studio sulla Giustizia Riparativa di Mercoledì 4 Dicembre nell’aula magna dell’Istituto Palladio, insieme a ragazzi di varie scuole superiori, guidati da Laura Boella Ordinario di filosofia morale Università Statale di Milano, Christine Gaiotti responsabile Bottega Grafica carcere minorile di Santa Bona Treviso, Gherardo Colombo, Don Marcello Cozzi Vice presidente di Libera Nazionale e molti altri relatori che ci hanno portato la loro esperienza. La giustizia è colpa, punizione è vendetta o consapevolezza, amore e presa di coscienza delle nostre azioni e delle loro conseguenze? La giustizia è libertà è cultura è conoscenza è consapevolezza delle proprie azioni in relazione agli altri e con il loro agire. LA LIBERTÀ È RELAZIONE È CAPACITÀ DI SCEGLIERE.

Quando la libertà fallisce, si sbaglia, si entra nella DIMENSIONE DELL’ERRORE, la vita dell’offeso e dell’offensore entrano in relazione. Giustizia è riconoscimento della dignità della persona è recupero della dignità dell’offeso e dell’offensore. Nella nostra giustizia non si pensa alla VITTIMA, si alimenta invece il suo sentimento di vendetta mantenendo vivo il rancore. C’È IL BISOGNA RIPARARE, DI RECUPERARE LA VITTIMA.

La vittima ha bisogno di risposte: PERCHÈ IO? L’UNICA RISPOSTA CE L’HA CHI HA COMMESSO IL TORTO: L’OFFENSORE.

LA MEDIAZIONE PENALE MINORILE è uno strumento di giustizia ripartiva per entrambi le parti, è un gesto etico, è incontro tra offeso e offensore, mette in gioco sentimenti e reazioni, chi ha subito trova una risposta alle sue domande, il minore che ha commesso il reato capisce che davanti a lui c’è una persona Nello scambio di sguardi c’è il riconoscere l’altro. Le vittime donano la loro presenza per esprimere il loro percepire nell’accaduto. L’offensore sente, percepisce l’errore che ha fatto. L’offeso arriva a perdonare la persona non l’atto subito. L’offensore diventa consapevole di aver fatto del male senza farsi distruggere dai sensi di colpa, attraverso un percorso che richiede responsabilità, presa di coscienza delle proprie azioni in relazione all’altro:”Libertà”

NEL NOSTRO CARCERE SI SOFFRE PER LA PROPRIA CONDIZIONE DI PRIGIONIERO NON PER CIÓ CHE SI HA FATTO, SI INSEGNA AD OBBEDIRE NON A ESSERE RESPONSABILI E QUINDI PERSONE LIBERE.

Chi sbaglia è giusto che paghi ma molto dipende da come si paga!

Il carcere è una fase di transizione (presa di coscienza delle proprie azioni) tra il prima (contesto sociale e vissuto) e il dopo (reinserimento nella società). Nella dimensione dell’errore, nella fase di transizione, questi ragazzi hanno bisogno di qualcuno che si prenda la responsabilità nei loro confronti, nel loro essere presi c’è il bisogno d’essere fermati, il bisogno che qualcuno risponda ascoltando senza pregiudizi, un ascolto propedeutico al fare.

Si deve capire la motivazione che ha portato all’errore, capire non per negare le responsabilità ma per capire le corresponsabilità: i contesti di provenienza, chiedersi quale responsabilità abbiamo noi, chi sbaglia è un elemento della società.

Il laboratorio grafico avviato al carcere minorile di Santa Bona, si muove in questa direzione, permette ai ragazzi di imparare nuove modalità espressive, mettendosi in relazione con committenti che hanno come unico scopo il dono: associazioni di volontariato. Arrivano a scoprire nuove realtà e iniziative a cui devono contribuire comunicando in modo grafico l’evento e le motivazioni.

Un altro modo di “pagare” il proprio debito con la società è LA MESSA ALLA PROVA con sospensione del processo attraverso un percorso di responsabilizzazione collettiva. La collettività, in genere il terzo settore, si prende in carico di includere il ragazzo attraverso un percorso che mostra quant’è bello vivere liberi o almeno è possibile.

Nasce alla fine una domanda, un dubbio: Qual è la società giusta, che impedisce il nascere dell’ingiustizia? Si può iniziare indagando l’agire, negli errori che conseguono all’azione, nelle relazione che costituiscono la rete entro la quale le nostre azioni producono effetti e in fine nella possibilità di rilancio, di ricominciare da capo, che coincide con la libertà di ciascuno.

Abilmente Insieme   http://www.sulleregole.it/gherardo-colombo/

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